L’esame visivo optometrico valuta la condizione rifrattiva del soggetto esaminato con metodi oggettivi e soggettivi e, nel caso di ametropie, definisce l’opportuna combinazione sfero-cilindrica di lenti che riportino il soggetto all’emmetropia mediante la compensazione ottica.
Ricordiamo che l’optometrista non effettua diagnosi mediche, non gestisce patologie, non prescrive terapie farmacologiche o chirurgiche, né consiglia il paziente sotto il profilo medico.
In questo senso è bene precisare che la visita optometrica non sostituisce la visita del medico oftalmologo, infatti Il medico oculista è un laureato in medicina e chirurgia ed è lo specialista delle malattie oculari.
L’approccio integrato fa tesoro di alcune acquisizioni evidenziate da precedenti sistemi di analisi visiva ; tra esse la consapevolezza che la condizione rifrattiva e l’efficienza visiva possono cambiare nel tempo e la convinzione che gli adattamenti negativi del sistema visivo possono essere prevenuti mediante opportuni interventi ottici, posturali e comportamentali.
In questo senso l’Analisi Visiva Integrata (AVI) rappresenta l’approccio più moderno, flessibile e scientificamente accurato oggi disponibile per esaminare le persone che ad esempio sono a lungo impegnate visivamente a distanza prossimale.
Fase 1 - L’Anamnesi
Ascoltare, raccogliere quante più informazioni utili per capire chi abbiamo davanti. La storia, la familiarità, le condizioni di lavoro o di studio sono tutte informazioni utili per approntare un sistema correttivo che possa soddisfare l’esigenza del singolo soggetto senza trasformarlo in un numero.
Fase 2 - La misurazione preliminare (esame oggettivo)
Per l’esame oggettivo si possono utilizzare due tecniche: la schiascopia o l’autorefrattometria. In entrambi i casi si valuta oggettivamente (cioè senza la risposta dell’esaminato) lo stato refrattivo dell’occhio attraverso la lettura del riflesso retinico. L’esame oggettivo non è però sufficiente! Infatti una misurazione basata unicamente sui valori di schiascopia o di autorefrattometria non costituisce affatto una corretta determinazione dell’acutezza visiva ne tantomeno può prendere in considerazione l’equilibrio della visione binoculare.
Fase 3 - Refrazione, la determinazione della migliore acutezza visiva (esame soggettivo)
Una refrazione corretta ed equilibrata è l’obbiettivo primario di ogni optometrista. Si basa su di un protocollo preciso diviso in diverse fasi d’esame: monoculare, bioculare, binoculare e bilanciamento. Per l’esame soggettivo si possono utilizzare due modalità strumentali: il forottero o l’occhialino di prova. Entrambi hanno vantaggi e svantaggi e sarà cura dell’operatore determinare quale dei due sia meglio usare a seconda del soggetto esaminato.
Fase 4 - Efficienza Visiva
Questa è una parte molto importante dell’esame visivo e prende in considerazione tre aspetti legati strettamente alla visione ed al comfort dell’ausilio visivo: le abilità accomodative, le abilità binoculari e le abilità oculomotorie
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